Ad ogni latitudine Siena è sinonimo di Palio e Contrade, visitandola però si potrà scoprire una storia millenaria ed un patrimonio artistico che poche altre città al mondo possono vantare.
In fase di pianificazione del viaggio è utile tener presente che le dimensioni ridotte della parte turistica della città permettono di concentrare la visita anche in un solo giorno, senza dover rinunciare necessariamente a nessuno dei luoghi più belli e suggestivi.
Noi ci siamo stati alla fine di agosto, e data la vicinanza con Roma, abbiamo optato per arrivarci in macchina. Parcheggiare non è stato complicato (nei pressi dello stadio) praticamente a due passi dal centro storico. In ogni caso sul sito del comune sono ben indicate le zone dove è possibile lasciare l’auto senza dover spendere una fortuna.
Il biglietto da visita offerto dalla città è stato, prima ancora di addentrarsi nel cuore pulsante del turismo cittadino, quella particolare tonalità che domina armoniosamente le facciate dei palazzi e i tetti, il famoso "Terra di Siena".
Complice anche il periodo, si era da poco corso il Palio dell'Assunta,
come qualsiasi turista che si reca a Siena per la prima volta, appena
messo piede nella parte storica siamo rimasti ammaliati dal sentimento contradaiolo
che si respira in ogni angolo della città. Un continuo richiamo a
stemmi e vessilli appesi in ogni dove (finestre - portoni - case -
negozi). Un'atmosfera così coinvolgente che alla fine ci siamo sentiti
un po' contradaioli anche noi, e abbiamo adottato l'Oca quale nostra
contrada.
Per una fortunata coincidenza poi, proprio quella domenica mattina si è svolto un corteo celebrativo della contrada della Giraffa, fresca vincitrice del
Palio dell’Assunta.
Così tra sbandieratori, trombe e vessilli, abbiamo
trascorso una divertente mezz’ora respirando in minima parte l'atmosfera
dei giorni del Palio.
Ripreso il cammino, nel susseguirsi di vie sempre più strette, ripide e irregolari ci
siamo ritrovati di colpo davanti la particolare forma a conchiglia e la
pavimentazione a spina di pesce in mattoni rossi di Piazza del Campo,
che non è soltanto il teatro del Palio.
Qui infatti fin dal medioevo era
concentrata la vita politica e commerciale della città, soprattutto
perchè sorgendo al punto d'incontro dei tre colli sui quali è stata
eretta Siena, rappresenta una zona franca nell’accesa rivalità tra le
contrade cittadine.
Un rito assolutamente da non mancare è
quello di sedersi al centro della piazza ed ammirare lo squarcio di
cielo che si apre tra i palazzi. E ci vuole poco a chiudere gli occhi e
immaginarsi la piazza pochi istanti prima della mossa, con senesi e
turisti all’apice del pathos e della tensione agonistica.
Tra gli edifici che si affacciano e
delimitano Piazza del Campo, il primo a catturare l'attenzione è
sicuramente la Torre del Mangia, una delle più alte d'Italia e dalla
cui cima si può godere di una magnifica vista della città e della
campagna che anima il paesaggio senese.
Attenzione però, se soffrite di vertigini non è opportuno affrontare i
circa 400 scalini che conducono in cima fino a 88 metri. Una curiosità
racconta che la torre prenda il nome dal primo custode che aveva fama di
spendere tutti i guadagni nelle osterie di Siena, e così fu ribatezzato
Mangiaguadagni, da cui Torre del Mangia.
Adiacente la torre c'è il grandioso Palazzo Pubblico in mattoni rossi
e marmo bianco. Un tempo era il simbolo del potere politico, mentre
oggi è sede del Museo Civico al cui interno custodisce capolavori come
la Maestà di Simone Martini e il Buono e Cattivo Governo di Ambrogio
Lorenzetti.
A causa della lunga fila alla cassa, abbiamo
rinunciato alla visita al museo e ci siamo limitati a visitare il
cortile interno, detto Cortile del Podestà, dove abbiamo fatto una
scoperta “incredibile”: anche Siena infatti ha per simbolo una lupa che allatta due gemelli.
Non si tratta ovviamente di Romolo e Remo, bensì di Senio e Aschio
(figli proprio di Remo), che fondarono la città dopo essere scappati
dalle ire dello zio.
Nella parte alta della piazza, in prossimità del punto di partenza
del Palio, la famosa Mossa, c'è la Fonte Gaia, una fontana a forma
quadrangolare arricchita da bassorilievi lungo la parete e soggetto
indiscusso delle fotografie dei turisti.
Lasciati gli ampi spazi
del Campo ci siamo rituffati nelle stradine circostanti dove abbiamo
toccato con mano il fascino stesso di Siena, nel suo essere rimasta
incastonata nel Medioevo.
La più affollata e interessante è Via di Città, una salita che ad
ogni vicolo che la interseca, offre altri suggestivi scorci mozzafiato
su piazza del Campo.
Oltre ai negozi e alle botteghe artigiane è
fiancheggiata da antiche residenze aristocratiche, tra le quali Palazzo
Chigi-Saracini.
Oggi sede dell’Accademia Musicale Chigiana e del quale è possibile visitare il cortile dove spicca un romantico pozzo.
La
strada giunge infine in una piazza conosciuta come dei Quattro Cantoni
perché qui vi confluiscono le vie principali del Terzo di Città e qui
transitava anche la Via Francigena.
È senza dubbio la strada più
importante di Siena, non solo per i negozi che vi si affacciano, ma
perché collega il centro politico con il centro religioso.
Dopo aver visitato ed ammirato il Duomo e il Battistero ai quali abbiamo
dedicato un post apposito, siamo tornati indietro passeggiando tra le
stradine diretti alla Basilica di San Domenico dove sono custodite le
reliquie di Santa Caterina.
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